Il Parlamento Ue ha dato il via libera a tre testi chiave per il Fit For 55: la riforma del sistema di scambio di quote di emissioni (Ets); quella del Cbam, il Carbon Border Adjustment Mechanism, e del Fondo sociale per il clima.
Le norme dovranno ora passare al vaglio del Consiglio. Ed entreranno in vigore venti giorni dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale Ue.
Vediamo più nel dettaglio i provvedimenti, di cui avevamo già parlato nel corso del loro iter legislativo.
Il primo è la riforma del sistema di scambio di quote di emissione (qui uno dei nostri articoli), approvata con 413 voti favorevoli, 167 contrari e 57 astensioni, che prevede, entro il 2030, riduzioni delle emissioni nei settori coperti dall'Ets del 62% rispetto ai livelli del 2005 e una graduale eliminazione delle quote gratuite per le imprese (fra il 2026 e il 2034). Per i carburanti per trasporto su strada e per gli edifici si conferma che verrà creato un nuovo sistema, Ets 2, per determinare il prezzo delle emissioni anche in questi settori dal 2027 (o dal 2028 se i prezzi dell'energia saranno troppo elevati).
Nel sistema è stato incluso per la prima volta anche il settore marittimo. È stato stabilita, inoltre, la revisione del sistema di scambio di quote di emissioni per il trasporto aereo per eliminare gradualmente le quote gratuite entro il 2026, spingendo così l'industria all'uso di combustibili più sostenibili.
Il Parlamento ha anche approvato le norme che disciplinano il nuovo Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (Cbam), una sorta di carbon tax. Accolto con 487 voti a favore 81 contrari e 75 astensioni, il nuovo meccanismo impone alle aziende importatrici di comunicare la quantità di emissioni contenute nelle merci alla frontiera; merci legate a vari settori già coperti dagli ETS.
Terzo e ultimo provvedimento è l'accordo per un Fondo sociale per il clima dell'Ue, adottato con 521 voti a favore 75 contrari e 43 astensioni. Il testo prevede che, non appena sarà pienamente operativo, il Fondo sociale per il clima sarà finanziato dai ricavi della messa all'asta delle quote fino a un importo di 65 miliardi di euro.
Fonte: Rivistatir
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